• Motrone. Porta ingresso

Motrone

Borgo Medioevale fortificato conserva ancora elementi medioevali di difesa, come le belle porte ad arco in pietra, che si trovano agli ingressi del paese e resti del Castello del Bucine, che sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul torrente Turrite Cava. Alla Chiesa parrocchiale di San Giusto, la cui costruzione risale al 1260 quando venne eretta come fortezza, si accede attraverso una ripida scalinata. L’antica chiesa ampliata e restaurata più volte, assunse l’attuale assetto interno tra il Settecento e l’Ottocento, mentre la decorazione è stata portata a termine nel Novecento. All’interno un pregevole organo Agati del 1864.
Motrone è ideale come punto di partenza per altre escursioni nell’altopiano di Lavacchielli, al Romitorio di San Ansano o all’antro del Vasaio.

San Romano

Immerso nel verde delle colline che sovrastano la valle della Turrite, circondato dai monti, protetto dai venti, si trova il paese di S. Romano. Si raggiunge percorrendo la via provinciale di fondovalle ed una ripida strada comunale lunga 4,5 km, che inizia da Turrite Cava. Anticamente il paese si chiamava Spuliziano ed era situato sul crinale del monte; a seguito di una epidemia di peste, la popolazione sopravvissuta discese in basso, nel luogo dove si trova attualmente il paese e lì costruì la chiesa, dedicandola a San Romano. Il centro abitato è caratterizzato da una tipologia edilizia assai modesta, ma nell’insieme, armonica e piacevole, con vie in acciottolato e case sorrette da archi e volte. La comunità abituata a gestire autonomamente i servizi essenziali, conserva opere comunitarie come il teatro, l’oratorio, il grande lavatoio. La chiesa parrocchiale, già nominata nelle carte nel 1260, è stata recentemente consolidata nella copertura del tetto, in quanto danneggiata da una scossa di terremoto. In questa chiesa si conserva una croce parrocchiale inventariata ed alcuni reliquiari in argento del XVIII secolo, donati da Fra Romano Bernardini sepolto nel romitorio di S. Rocco sulla strada per Gioviano.

Gioviano

E’ un paese molto antico che conserva tuttora l’antica struttura medievale e le cui origini risalgono a prima del 1000. Attraverso le strette “Rughe” che chiudono il paese in girotondo, si sale verso il Castello, dove un tempo si ergeva l’antica torre e dove adesso si innalza il campanile costruito dopo il terremoto del 1920, oppure scendere verso il “Sassolungo” dove si può visitare la Chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria Assunta. La chiesa, ampliata in epoche diverse, conserva affreschi che ornano il soffitto, opera di Pellegrino Lamberti, un quadro dell’Assunta e due ovali sull’altare maggiore. Uscendo dalla Chiesa, dopo aver percorso tutta la ruga della Porta, è possibile soffermarsi sulla “Prata” ad ammirare lo splendido panorama sulla Valle del Serchio. Salendo poi la ruga di San Rocco si può visitare l’oratorio del 1500, dove si conservano alcuni quadri di Santi e gli antichi “segni” della Compagnia. Con una breve passeggiata si può giungere all’Oratorio di San Bartolomeo, chiesetta romanica contaminata da vari restauri e rifacimenti.

  • Chifenti. Ponte delle Catene

Chifenti

L’edificio tardo medievale della Chiesa di San Frediano è stato comunque più volte modificato e ampliato, fino alla forma attuale raggiunta tra Otto e Novecento. Di un certo interesse l’arredo interno, comprendente un tempietto per gli oli santi attribuito alla bottega di Matteo Civitali e tele del pittore lucchese Paolo Bianucci (XVII sec.). Il monumento di maggior rilievo è comunque il Ponte della Catene uno dei primi ponti sospesi costruiti in Italia. La passerella in legno e metallo è retta da cavi metallici sostenuti da piloni. La forma tradizionale dei piloni, che richiama quella degli archi di trionfo romani (e napoleonici), associata alla modernità della tecnica di realizzazione è caratteristica dello stile dell’architetto del ponte, Lorenzo Nottolini (1787-1851). Il ponte fu costruito per volere di Carlo Ludovico di Borbone, dopo che nel 1836 una piena della Lima aveva distrutto un ponte più antico. Il duca di Lucca voleva che la strada per Bagni di Lucca, località termale a quel tempo di gran moda, avesse una costruzione all’avanguardia.
La costruzione del ponte fu interrotta per problemi burocratici quando il ducato di Lucca fu annesso al Granducato di Toscana nel 1847. I lavori furono ultimati, seguendo il progetto di Nottolini, nel 1860 per volere di Bettino Ricasoli.

Corsagna

La località Castello è dominata da una potente torre,oggi torre campanaria della Chiesa cinquecentesca di San Michele. All’interno, presso l’altare maggiore si trova una tela del pittore modenese Gherardo delle Catene raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Gregorio Magno, Giovanni Battista, Ansano, Michele, Pietro e Antonio abate che data alla prima metà del XVI secolo, quasi a sancire il completamento della nuova chiesa. Da segnalare anche una tela con la Circoncisione del lucchese Alessandro Frediani risalente al quarto decennio del Seicento. Poco fuori del paese troviamo il Santuario di Serra, dedicato a Nostra Signora della Consolazione. Recentemente restaurato, risale agli inizi del 500. Infatti campeggia sopra l’altare un pregevole dipinto di Jacopo Mantovani, datato 1596, raffigurante a Madonna in trono con Bambino. Ai suoi piedi sono inginocchiati i santi diaconi Stefano e Lorenzo. Una strada, in gran parte sterrata, conduce sull’altipiano delle Pizzorne vasta area boschiva di grande interesse botanico del paese.

  • Anchiano. Chiesa di S. Pietro. Tabernacolo per oli santi

Anchiano

Il paese mantiene la sua struttura medioevale fu caposaldo della Linea Gotica nella Seconda guerra mondiale. Ancora oggi esistono intatte le fortificazioni, composte da diverse stanze in ottimo stato di conservazione. Nella parte più elevata si trova l’antica Chiesa parrocchiale intitolata a San Pietro, con una bel campanile del XVI secolo. Di un primo rifacimento della chiesa si trova notizia nel XV secolo, mentre l’ultimo risale al 1850. L’interno, a crociera, presenta un interessante i fonte battesimale del XV secolo e ciborio di bottega di Andrea della Robbia. Nel coro il trittico Madonna col Bambino e i Santi Giusto e Pietro firmata dal pistoiese Bartolomeo di Andrea Bocchi del XV secolo. Si consiglia una visita a S. Giusto di Puticiano dove si trovano i ruderi della chiesa del paese scomparso per la peste attorno al 1500.

Cune

Il paese sorge ai piedi del Monte Bargiglio in posizione panoramica. La sua Chiesa è intitolata a S. Bartolomeo e al suo interno si conservano tele della Scuola del Marracci (sec.XVII), un dipinto su tavola di scuola toscana (sec. XV), un’edicola in marmo (sec. XVI) e una statua policroma in legno di S. Bartolomeo del XIV sec.). Nei pressi di Cune, la Chiesa di S. Bartolomeo, nota anche come “Romitorio di San Bartolomeo”, una piccola chiesa a navata unica con abside simile a molte altre sorte nel territorio della diocesi di Lucca nel corso del XII secolo. Davanti alla facciata della chiesa sorge la massiccia torre campanaria, condotta con una muratura più rustica di quella, a conci squadrati, che caratterizza la chiesa. Da visitare nei dintorni del Romitorio la vetta del Monte Bargiglio con i ruderi dell’antica torre, perno del sistema di avvistamento e di comunicazione della Repubblica di Lucca e per questo conosciuto come “l’occhio di Lucca”. Negli ultimi anni sul vicino Monte Agliale è stato allestito un importante osservatorio astronomico. In località Catureglio l’antica Villa Mansi (oggi abitazione privata), residenza estiva della famiglia Mansi, conosciuta per la leggenda della perfida e bellissima Lucida, leggenda che rivive per le strade del capoluogo ogni anno nella notte di Halloween.

Oneta

La Chiesa di Sant’Ilario in origine di piccole dimensioni e rivolta a ponente, ampliata e modificata varie volte, conserva poche testimonianze della costruzione romanica: tra queste una lastra inserita nell’attuale transetto sinistro scolpita a bassorilievo con figure umane stilizzate. L’interno è stato completamente ridecorato nell’Ottocento, ma conserva una statua lignea cinquecentesca raffigurante Santa Cristina, un tempo collocata nella vicina chiesa intitolata alla santa. Nel centro del paese l’antico lavatoio coperto.

Rocca

Nata nel Medioevo come fortezza in posizione strategica dominando la Valle del Serchio e del Lima. Il paese mantiene le caratteristiche dell’antico Borgo Medievale con le case accavallate le une sulle altre, arcate in pietra e con strade strette in ciottolato. In cima alla collina del paese sono presenti i ruderi della vecchia fortezza e della vecchia torre circolare. La Chiesa, costruita tra l’XI e il XII secolo, presenta sulla facciata un bel bassorilievo in marmo; all’interno una piletta in marmo bianco e diversi pregevoli arredi sacri. Dalla chiesa si accede direttamente alla spaziosa canonica, un tempo sede dei castellani; nella grande cucina vi è un ampio focolare in pietra del 1503 e, ben visibile, un forno con quattro “bocche”.

Pieve di Cerreto

La Pieve di Cerreto è documentata per la prima volta nel 995. La Pieve sorge isolata rispetto ai centri abitati che le afferivano, circondata da un gruppetto di abitazioni aggregatevisi in epoca posteriore alla sua costruzione. Nonostante vistose interpolazioni che ne rendono difficile la lettura, la facciata e l’impianto si lasciano collocare tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo per la tipologia decorativa, per la soluzione con cui il campanile si collega al fianco attraverso un alto arcone, sotto cui passa il vecchio sentiero, per la forma e la lavorazione delle squadrate di pietra di calcare bianco, perfettamente leggibili nella testata absidale. Di particolare interesse l’abside con archetti pensili tre finestre a feritoia sormontate da sculture simboliche. Nell’interno, a navata unica, si conserva il semplice fonte battesimale di forma esagonale mentre l’arredo è stato quasi integralmente trasferito nella sottostante Chiesa di Cerreto.

Cerreto

Magnifico panorama sull’ardita “groppa” del Ponte del Diavolo. Notevole la Chiesa di S. Giovanni Battista, che acquisì, tra il 1548 e il 1582 il titolo e la funzione di Pieve. Ampliata nel Seicento, all’interno custodisce la statua della Madonna con Bambino in legno dipinto del secolo XV attribuita a Francesco Valdambrino.

  • Borgo a Mozzano. Ponte della Maddalena detto del Diavolo

Borgo a Mozzano

Il Ponte della Maddalena (detto comunemente del “Diavolo), attribuito al volere della Contessa Matilde di Canossa nel sec. XIII, costituisce, con la sua suggestiva struttura, una delle principali attrazioni e il simbolo della valle del Serchio. L’imponenza del suo arco centrale ha sempre stupito tanto da creare attorno a questa opera storie e leggende tra cui quella di essere opera del diavolo. Le notizie storiche certe sulla costruzione del ponte sono scarse. Nicolao Tegrimi, nella sua biografia di Castruccio Castracani, ne attribuisce la costruzione a Matilde di Canossa (1046-1125) e riferisce di un restauro da parte di Castruccio Castracani (1281-1328). Nel 1526 secolo fu edificato sulla riva sinistra il romitorio della Maddalena, da cui deriva uno dei nomi del ponte. Il centro storico conserva notevoli tracce architettoniche e monumentali del suo splendore passato quale centro amministrativo della Repubblica di Lucca nella Media Valle del Serchio. Delle chiese si vedano in particolare San Jacopo, contraddistinto dal massiccio campanile medievale detto “delle Caminate” nato come fortificazione e modificato alla fine del XVI secolo; nell’interno, a tre navate con colonne doriche, si conserva una preziosa statua in terracotta invetriata di Andrea della Robbia, raffigurante la Maddalena, un San Bernardino da Siena del XV sec. attribuito a Matteo Civitali o al senese Vecchietta, il gruppo invetriato dell’Annunciazione riferibile a Benedetto Buglioni e l’altare di legno intagliato del Rosario della locale bottega dei Santini di Cerreto; la Chiesa di San Rocco eretta nel Cinquecento e profondamente modificata alla fine del Settecento con all’interno affreschi ottocenteschi di Luigi Ademollo; il convento di San Francesco (1525) con un bel chiostro con affreschi cinquecenteschi; la Chiesa del SS. Crocifisso di fondazione quattrocentesca profondamente modificata nell’Ottocento, al cui interno troviamo due statue in terracotta dell’inizio del Quattrocento raffiguranti S. Antonio Abate e S. Giacomo e un Crocifisso ligneo del Cinquecento. Lungo la via principale si possono ammirare diversi palazzi: Palazzo del Vicario oggi sede del Municipio, Pellegrini, l’antico Palazzo Comunale oggi sede dell’Unione dei Comuni, Santini sede della Biblioteca Comunale, Salvi e l’ex convento delle suore Teresiane. Nello stabile della stazione ferroviaria è allestito il Museo della Memoria che risale al 1995, con le prime proposte per la la valorizzazione delle fortificazioni della Linea Gotica presenti e ben conservate sul territorio. Infatti la visita al museo va intesa come il completamento alla visita dei percorsi lungo le fortificazioni costituite da: gallerie, bunker e piazzole di tiro scavate nella roccia.