Partigliano

La Chiesa Dei SS. Giusto e Clemente ha subito diversi rifacimenti che hanno cancellato buona parte delle sue antiche origini rimanendo traccia nella struttura attuale del più vecchio edificio. Il campanile si presenta come più antico della chiesa: ma restaurato dopo il terremoto del 7 settembre 1920, ha perso le sue antiche caratteristiche architettoniche. Davanti alla Chiesa un grande loggiato, che poggia su archi di cotto.
All’interno, ad unica navata e in stile barocco assai mitigato e armonioso, è conservato uno dei reperti plastici più antichi del territorio, una lastra a bassorilievo risalente al IX secolo, residuo della chiesa antica. La fattura della lastra con la sua decorazione a “turbinate” e l´intaglio su due piani, concorrono a farla iscrivere al filone “barbarico” della scultura decorativa. Al termine della navata si trova, collocato all´interno di due nicchie, il gruppo ligneo dell´Annunziata e dell´Angelo annunziante, attribuibile allo scultore trecentesco Piero d´Angelo, mostra legami con la tradizione scultorea di Andrea Pisano insieme all´interesse per la pittura tardo gotica fiorentina. Da segnalare tra le opere pittoriche un quadro del Sacro Cuore di Maria del pittore Pompeo Batoni (XVIII sec.), e nel coro il quadro della Madonna con Bambino e i Santi Clemente, Lucia, Giusto, Caterina d’Alessandria del pittore diecimino Antonio Luchi (XVIII sec.). A circa 4 km. da Partigliano in località Guzzanello l’antico Romitorio dedicato a S. Nicolao le cui costruzione si fa risalire al XII – XIII secolo e nel suo stile romanico è assimilabile ad altri innumerevoli edifici isolati nei boschi della valle del Serchio.

Tempagnano

Il paese è attraversato dalla strada che collega il territorio di Borgo a Mozzano con la Versilia attraverso il valico di S. Graziano, dove, tra castagni e pini, si trova una antica Cappella dedicata alla Madonna della Neve. Il monumento più importante è costituito dalla medievale Torre campanaria ornata da merli, ai suoi piedi si trova la Chiesa di S. Prospero con annessa canonica che conserva importanti opere d’arte tra le quali spiccano quadri del sec. XVII, una croce parrocchiale d’argento del XV secolo di recente restaurata e arredi sacri di notevole pregio.

Domazzano

Fuori dall’abitato troviamo la Chiesa di San Donato risalente alla seconda metà del XII sec. Nella quale si evidenzia il tentativo di recuperare i moduli stilistici dell’antichità classica. A navata unica con unica abside semicircolare scandita da paraste, è costruita in calcare bianco con una tecnica muraria a conci squadrati e senza elementi decorativi. Fa eccezione l’abside, animato, oltre che dalle paraste e dalle tre monofore che vi si aprono, da un paramento bicromo ottenuto alternando al calcare fitte listature di arenaria e calcare grigio. Il campanile è di epoca post medievale ed è collocato in posizione isolata rispetto alla chiesa, da cui oggi lo separa addirittura la strada.
La Chiesa di San Lorenzo, che è l’attuale parrocchiale del paese, sul quale si eleva in posizione isolata. La chiesa di San Lorenzo – così come quella di San Donato – che condivide con San Lorenzo il familiare appellativo di “gemelle romaniche” – è stata costruita nelle sue forme attuali nel corso del XII secolo. A differenza però della sua “gemella”, notevoli sono stati i rimaneggiamenti subiti, a partire dalla perdita dell’abside: l’ultimo intervento di una certa consistenza riguarda l’ampliamento operato nel 1890. La chiesa si presenta quindi oggi a navata unica ma con terminazione rettilinea. Nella facciata, dove è ancora leggibile la tessitura muraria a conci squadrati originaria, si apre un semplice portale con stipiti monolitici ed una croce greca sulla sommità.

Valdottavo

La chiesa parrocchiale di San Pietro, se pur rimaneggiata, è riferibile al periodo tra la fine del XI e l’inizio del XII sec. e costituisce un esempio, assieme ad altre chiese della lucchesia, di esportazione nel contado di modelli dell’architettura cittadina. La facciata inquadrata da due paraste angolari, è spartita in due parti da una cornice marcapiano e si distingue per armonia e semplicità. Nell’interno una tela con San Rocco di Antonio Luchi detto il “Diecimino” (se. XVII), un’Assunzione seicentesca anonimo e un dipinto raffigurante la Madonna con i Santi Francesco e Antonio (1716).
Interessante il teatro liberty inaugurato nel 1913 costruito da concittadini emigrati in America che lo dedicarono a “Crisfoforo Colombo”. La costruzione del teatro si inserisce, inoltre, nel quadro di un rilevante complesso di iniziative a carattere edilizio ed urbanistico condotte a Valdottavo nei primi anni del Novecento e ritenute di particolare valore. Questo aspetto è tipico di molte delle costruzioni in stile Liberty della Provincia di Lucca, gli “emigrati di ritorno” avvertivano spesso l’esigenza di dare concreta e duratura espressione alle esperienze di lavoro e cultura vissute all’estero e talvolta decidevano di tradurre in termini propri di prodotto edilizio il desiderio di ostentazione della ricchezza e del benessere raggiunti.

  • Diecimo. Pieve Santa Maria Assunta

Diecimo

All’inizio della vallata del torrente Pedogna sorge la Pieve, fondata da San Frediano nel VI secolo e intitolata a Santa Maria Assunta. La pieve viene ricordata per la prima volta nel 919 con l´intitolazione a Maria e Ginesio e poi nel 979 a Maria e Giovanni Battista; tuttavia sia per l´antichità dell´insediamento sia per la stessa intitolazione a S. Maria , frequente in età paleocristiana, può essere considerata, secondo alcuni autori, fra le più antiche pievi della diocesi. Il suo sviluppo dovette avvenire comunque tra il X e l´XI secolo, presumibilmente in connessione con l´instaurarsi di un feudo vescovile nel suo territorio. A tre navate con grande abside rappresenta uno degli esempi più alti e meglio conservati dell’architettura ecclesiastica romanica del territorio lucchese. Il prospetto, semplice e regolare, affida la decorazione al paramento murario a grossi blocchi di calcare Di grande interesse risultano, in particolare, le figure zoomorfe, vegetali e geometriche che ornano l’abside, nonché il tralcio vegetale sostenuto da figure umane scolpito sull’architrave del portale maggiore attribuito al Biduino. Il campanile, che svolgeva anche funzione di prigione, ispirato ai modelli lombardo-lucchesi a piani di aperture a luce crescente, priva di decorazioni scultoree nelle mensole è uno dei più belli della provincia. Nell’interno resti dell’arredo scultoreo medioevale (XII – XIII sec.), attribuibile alle maestranze del Guidetto, i resti del pulpito documentato nella da due pregevoli gruppi leonini con preda, l´uno ritratto in atto di azzannare un drago , l´altro raffigurato in lotta con un guerriero che lo pugnala alla gola . All´antica struttura, smantellata nel 1675, appartengono anche una figura reggileggio con Isaia attualmente visibile lungo la parete destra della chiesa, ed altri elementi architettonici e decorativi conservati in chiesa e nella canonica. Sempre attribuito alle stesse maestranze il fonte battesimale esagonale. Da segnalare una particolarissima lastra erratica raffigurante una singolare raffigurante un guerriero a cavallo posto di profilo. Un grande scudo liscio, decorato al centro da una rosetta, copre quasi completamente il corpo dell´uomo, lasciando intravedere, oltre alla spada e alla lunga lancia la testa assai piccola, parte della tunica ed il grande piede calzato nella staffa. La genericità degli attributi non consente di formulare ipotesi attendibili sull´identità del personaggio che nella tradizione popolare è chiamato “Re Pipino”. All’interno del paese la piazza con la torre di “Castruccio” e la casa natale di San Giovanni Leonardi.
San Martino in Greppo
Tra Diecimo e Valdottavo incontriamo, in posizione suggestiva l’Oratorio di San Martino in Greppo un tempo annesso ad un ospizio per viandanti. La struttura architettonica a navata unica absidata trae ispirazione dai primi modelli lombardi di influenza ravennate. Nella parte absidale si può rilevare una tecnica muraria più raffinata ma anche la presenza di se pur sobrie decorazioni architettoniche, come gli archetti pensili con mensole in arenaria scolpite a figurazioni geometriche. Nell’abside, scandito da paraste, si aprono tre monofore con archivolto monolitico. Si addossano alla facciata i resti delle antiche costruzioni che completavano il complesso ospedaliero.